La notte dei musei 2024 a Roma

Volevo avvisarvi che oggi 18 maggio 2024 a Roma, in contemporanea con la Notte europea dei musei, si tiene la notte dei musei 2024, che prevede eventi presso i musei del comune e presso altri spazi culturali.

L’entrata ha il costo di 1 euro, l’apertura è prevista dalle ore 20:00 alle ore 2:00 con ultima entrata alle ore 1:00.

Si terranno eventi in numerosi spazi di Roma come l’Ara Pacis, i Mercati di Traiano, e altri, per i dettagli potete consultare l’articolo sul sito del Comune di Roma.

La luna, e una canzone

Ero seduto, fuori, poco fa, e guardavo la luna luminosa spuntare sopra una pianta (un viburno, se proprio vi interessasse il giardinaggio 😉 ).
Un moderato silenzio nell’aria, qualche macchina in uscita per il sabato sera, un po’ di grilli, qualcuno che cantava, curiosamente, in lontananza, “Almeno tu nell’universo”.
Il ricordo di un’altra sera coi grilli dell’estate scorsa, un po’ di relax, qualche pensiero.
E non lo so, la foto non è bella, ma mi sono sentito di immortalare quel momento.
E visto che sentire quella canzone ha creato quasi un’atmosfera, la propongo anche a voi.

Moon river

A forza di nominare Tiffany, Gabbiano ha ripensato a Moon River, la celebre e romanticissima canzone.

E ascoltandola Gabbiano chiude gli occhi e si perde tra le note, volando libero tra pensieri soffici come le nuvole.

Gabbiano si vede camminare lungo un ruscello, di notte, al chiaro di luna. Accanto a lui una fanciulla dai capelli lunghi e mossi, dalla carnagione resa ancor più chiara dal candore lunare. Mentre i due avanzano piano, le loro mani si cercano, si intrecciano lente. Il vento tiepido li accarezza leggero. Gli sguardi vanno a rimirare le stelle brillanti, per poi tornare delicatamente giù, desiderosi di scorgere negli occhi dell’altro il riflesso di quella luna che li osserva, deliziata.

Ore di luce: quasi al giro di boa!!

Ore di luce a Roma
Ore di luce a Roma (dal Daylight hours explorer)

Come ho già scritto, amo l’estate non tanto per il calore, che pure apprezzo quando non eccessivo, ma per la luce.
La luce mi dà energia, come credo la dia un po’ a tutti, e la notte, nonostante mi piaccia perché ci consente di vedere le stelle e perché in generale può essere fonte di ispirazione, non mi piace, quando è troppo lunga.

Sebbene l’inverno stia per iniziare e il clima potrà essere spesso rigido come in questi giorni, le giornate invece torneranno ad allungarsi proprio dal solstizio d’inverno, il 21 dicembre, e questo mi fa molto felice :).

Il 13 dicembre, Santa Lucia, contrariamente a quanto un noto detto recita (“Santa Lucia il giorno più corto che ci sia“), non è infatti il giorno più corto dell’anno, ma esso è, ovviamente, il solstizio d’inverno.
Il detto sembra sia nato molti secoli fa, quando era in vigore il calendario Giuliano, poi sostituito da quello Gregoriano nel 1582, quando dal 4 ottobre si saltarono 10 giorni e si passò direttamente al 15 ottobre. Si era infatti accumulata nel tempo, col precedente calendario, una discrepanza tra anno civile e anno solare, che noi cerchiamo di sistemare grazie agli anni bisestili.

Ho trovato in rete una piccola applicazione, il Daylight hours explorer, che, selezionando la latitudine desiderata e il giorno dell’anno, mostra (in ordinata, cioè verticale) quante ore di luce ci sono nella giornata.
Come si vede, stiamo per toccare il fondo, per risalire poi dolcemente al massimo di ore di luce, al solstizio d’estate.

La latitudine di Roma è 41°54’N, Milano 45°28’N.

Buona luce a tutti 🙂

Al suo bianco candore

Tante cose da fare, tanti pensieri, e l’ispirazione se ne va.
Ma poi una sera vedi lei, così candida e luminosa, che brilla di quella luce che ci dà la vita. Lei, la Luna.
Nel buio della notte stasera risplende lassù, di un bianco luminoso nel cielo terso.
E mentre la guardo accarezzato dal vento ora fresco, mentre ascolto i grilli giù nel prato, rimango incantato, e penso all’Universo, e sento tutto ridimensionarsi. Penso alle divisioni che ci sono su questa Terra, e penso che da bambini dovrebbero portarci in gita tra le stelle, e forse riusciremmo a dare più facilmente la giusta importanza a tante cose.
Mi piace guardare le ombre create dalla luce della luna, mi piace guardare qualche nuvola rimasta nel cielo pulito illuminata da quella luce morbida e delicata, della giusta intensità per mostrare ma non svelare del tutto.
Mi piace pensare, guardando i palazzi un po’ più bui del solito, che Lei stia lì, a proteggerci un po’ tutti.
Forse come le maree, guardo la Luna e sento il mio spirito sollevarsi, sorrido.
Firmato: il vostro Gabbiano Mannaro 🙂

Il flusso creativo

Ero qui a creare un po’ di schemi, e mi è tornato in mente un film che ho visto, Frost/Nixon.
In precedenza mi erano piaciuti molti film di Ron Howard, che seguo fin da quando recitava in Happy days. E principalmente per questo avevo deciso di andare a vedere quel film, perché il genere non è uno dei miei preferiti in assoluto.
Non voglio parlare del film, posso dire brevemente che racconta le interviste poste da David Frost, un giornalista, a Richard Nixon sulla questione Watergate.
Detto così, potrebbe sembrare noiosissimo :), ma non lo è.
Comunque, a un certo punto, si vede David Frost che per preparare una delle interviste lavora con entusiasmo ed energia tutta la notte, circondato da un mare infinito di fogli, documentazione e quant’altro.
E mentre ero al cinema, in quell’istante, mi ci sono rivisto, perché qualche volta mi è capitato di andare a letto tardi perché mi era venuta un’idea per risolvere un problema, mi era venuto in mente qualcosa da creare, e volevo vederlo funzionare, volevo realizzarlo.
E non mi andava bene di aspettare il giorno seguente, perché avevo tutto in testa.
Ero attraversato da quello che ora mi viene in mente come flusso creativo.
Sto parlando di programmazione, ma credo che qualcosa del genere possa succedere in ogni ambito.
Ed è curioso che io poi io abbia trovato un articolo in cui una persona diceva che quel comportamento è uno dei tratti tipici dei bravi programmatori.
Non so se sono un bravo programmatore, e anzi, per certi versi al momento sono leggermente arruginito. Però so che quando sento di lavorare in quel modo sto dando il meglio di me, o che almeno è viva ancora in me quella passione che si accese tanto tempo fa.
E forse, se dovessi assumere qualcuno, gli chiederei se gli è mai successo qualcosa di simile.
Il film mi piacque, e senza dubbio anche grazie alla regia di Ron Howard, perché è il regista che ti fa vedere ciò che accade secondo una o un’altra prospettiva, che dà movimento o staticità ad azioni che hanno solo in parte una loro precisa natura. Cominciai ad apprezzare seriamente l’opera dei registi nel momento in cui ascoltai il commento di Ron Howard, scena per scena, allo straordinario A beautiful mind.