Affinità: lo stile del linguaggio

Se penso alla parola affinità mi viene subito in mente affinità di coppia in senso sentimentale, ma quanto sto per dire credo valga anche per l’amicizia, e così ho omesso la parola coppia.

Non ho mai pensato troppo a cosa rende due persone compatibili.
Cioè, ad esempio, perché siamo amici di alcuni piuttosto che di altri? E cosa esattamente ci rende più o meno compatibili con un esponente dell’altro sesso?
La psicologia si occupa di rispondere anche a domande come queste, e cercando informazioni a proposito dell’autore di Opening up, James Pennebaker , di cui ho parlato brevemente qui, mi sono imbattuto in una interessante considerazione.

Per la verità non è una considerazione, ma una ricerca intitolata Language Style Matching Predicts Relationship Initiation and Stability, pubblicata sulla rivista Psychological Science.
Lo studio descrive un metodo di previsione della compatibilità sentimentale, e i dati su cui si basa provengono da incontri di tipo speed-date . Secondo me, comunque, i risultati potrebbero essere applicati anche all’amicizia, ma scientificamente occorrerebbe un tipo diverso di esperimenti.

La ricerca sostiene che sono più compatibili sentimentalmente persone che si esprimono in modo simile.
Esprimersi, sì, ma in che senso?
Non si tratta tanto dei sostantivi o dei verbi usati, ma del vero e proprio stile. Il nostro stile è dettato dal modo in cui costruiamo le frasi, e in particolare  la ricerca si focalizza sull’uso delle parole-funzione, come pronomi o articoli.

Io avevo già fatto alcune riflessioni sul modo di comunicare. Più che altro a livello sentimentale diciamo, ma il punto è comunque che se non ti trovi a tuo agio nella comunicazione con un’altra persona, di sicuro non riuscirai a essere suo amico e neanche qualcosa di più.
Anni fa non ci facevo caso, ma poi nel tempo ho avuto modo di parlare con persone che usavano uno stile tanto diverso dal mio quasi da non comprenderle, o comunque da sentirle estranee. In questo senso, sì, credo che per instaurare una buona relazione sentimentale tu debba trovare dall’altra parte un “altro te”, mentre per tante altri aspetti questa non è una condizione necessaria.

Le mie considerazioni, che Pennebaker e soci hanno verificato sperimentalmente, non sono tutto sommato così sorprendenti, perché il linguaggio e il modo in cui lo gestiamo è uno dei modi in cui esprimiamo il nostro essere, ed è quindi ovvio che ci consenta di capire – anche inconsciamente – quanto ci sentiamo in sintonia con una persona.

Ecco, in sintonia. Nella ricerca che citavo è stato utilizzato uno strumento, un programma che analizzando testo che proviene da due persone (email o anche discorsi trascritti), valuta quanto esse siano compatibili. È disponibile sul sito In Synch: Language Style Matching.
Però da quanto apprendo è pensato per la lingua inglese e non so quanto sia attendibile per l’italiano. Sembra che ci sia stata una effettiva correlazione tra il punteggio di affinità stabilito dallo strumento rispetto alla affinità stimata in un breve speed-date tra i due interlocutori analizzati.
Già, lo speed-date. Penso sarebbe molto divertente parteciparvi, se impazzisco un altro po’ potrei anche farlo, ma, per ora. non è da me

Autore: unGabbianoTraLeNuvole

penso che se sapessi volare e nuotassi tra le nuvole, saprei apprezzarne il sapore. Morbido, forse panna, per non esser troppo originali :-)

8 pensieri riguardo “Affinità: lo stile del linguaggio”

  1. Interessante questa teoria. Però penso che non sia solo questione di comunicazione, espressione etc.
    Potrebbero esserci due persone che hanno le stesse passioni ma le “esprimono” in modo diverso. Magari una delle due la rende più manifesta, mentre l’altra la tiene più per sè. E magari una conduce uno stile di vita completamente diverso dall’altra. Però entrambe hanno gli stessi interessi, le stesse passioni, gli stessi sogni.
    Non so bene come spiegarlo, ma secondo me è molto più importante essere compatibili interiormente piuttosto che “comunicativamente”.

    P.S. Ehi, non è che ci stai pensando seriamente a questo speed-date? 😉

    1. Interessante questa teoria. Però penso che non sia solo questione di comunicazione, espressione etc.

      Hai ragione, infatti non so se l’ho scritto bene, ma la comunicazione è solo uno dei tanti aspetti che fanno parte di quella che io ho chiamato “compatibilità”.

      Potrebbero esserci due persone che hanno le stesse passioni ma le “esprimono” in modo diverso. Magari una delle due la rende più manifesta, mentre l’altra la tiene più per sè. E magari una conduce uno stile di vita completamente diverso dall’altra. Però entrambe hanno gli stessi interessi, le stesse passioni, gli stessi sogni.

      Tu metti in luce quella che secondo me è un’altra questione importante della compatibilità, gli interessi in comune. Infatti credo che anche se due persone non devono certo essere uguali per stare insieme, debbano avere almeno qualche ideale comune, o qualche passione comune.
      Lo stile di vita certo può essere diverso, e magari possono pure parlarsi poco, però quando si parlano secondo me è importante che si capiscano e che si sentano a loro agio parlandosi; ecco, quello che ho scritto voleva dire questo.

      P.S. Ehi, non è che ci stai pensando seriamente a questo speed-date? 😉

      Ma anche perché no? 🙂
      Penso in realtà che gli speed-date possano essere frequentati da persone molto diverse da me, però è anche vero che fin quando una cosa non la vivi, non la provi, non saprai mai effettivamente com’è e cosa può succedere. E io sono estremamente curioso, e alla fine mica ti mordono, e se non la prendi sul serio secondo me ti diverti tantissimo 🙂 (oddio, a dire il vero ho in mentre gli speed-date visti in qualche film, di persona non ho esperienze neanche da spettatore estrerno).

  2. E’ anche vero, comunque, che due persone possono essere compatibili se si completano l’un altra. In questo caso non hanno nulla (o molto poco) in comune, ma sono disposte ad accettare e a comprendere le passione dell’altro, che – chissà – potrà essere tramessa anche a lei!

    Per quanto riguarda gli speed-date penso che, come dici giustamente tu, non debbano essere presi sul serio. E poi boh, a me non convincono tanto, non mi piace molto l’idea… Però hai ragione: se non provi non sai. 🙂

    1. E’ anche vero, comunque, che due persone possono essere compatibili se si completano l’un altra. In questo caso non hanno nulla (o molto poco) in comune, ma sono disposte ad accettare e a comprendere le passione dell’altro, che – chissà – potrà essere tramessa anche a lei!

      Sì sì, in parte infatti secondo me due persone devono avere qualcosa in comune, ma per il resto possono benissimo essere diverse, l’importante è che si “incastrino” bene :-). Avere passioni diverse poi è da un certo punto di vista più interessante, perché come dici tu potrai passarle all’altro, parlarne, insomma può essere più vario che fare le stesse identiche cose.

      Per quanto riguarda gli speed-date penso che, come dici giustamente tu, non debbano essere presi sul serio. E poi boh, a me non convincono tanto, non mi piace molto l’idea… Però hai ragione: se non provi non sai. 🙂

      Mah, è ovvio che in non so quanti pochi minuti non puoi certo conoscere una persona, e che per esempio persone timide magari non saranno mai loro stesse in un incontro del genere (per la cronaca, io sono abbastanza timido, ma la mia curiosità mi spinge a volte là dove teoricamente mai oserei inoltrarmi 🙂 ). Però è anche vero che se una persona ti rimane simpatica potrebbe nascere qualcosa di più; c’è inoltre da dire che un incontro reale, uno sguardo, può dire molto anche in poco tempo. Magari, ecco, l’incontro in quella situazione potrebbe non dire tutto quello che potrebbe dire lo stesso incontro pur breve in un altro luogo, tanto per dirne una.
      Di sicuro lo speed-date sa un po’ di “industriale”, e anche per quello non è che piaccia troppo anche a me; però ecco, giusto per “esplorare” forse una volta si potrebbe anche fare.

      1. Questo speed-date sembra anche a me “studiato a tavolino”. E poi non so se la gente che lo frequenta sia molto affidabile…
        Però certo, potrebbe anche capitare di trovare il tassello di puzzle che si incastra perfettamente con il tuo. E tutto questo in un lasso di tempo brevissimo! 🙂

  3. Concordo con Francesco sul fatto che lo speed date sia un po’ “industriale”, nel senso di preconfezionato; non ho esperienze dirette in merito (caratterialmente sono lontana da questo tipo di approccio), ma la sensazione è questa. Probabilmente dipende dal mio essere sostanzialmente “fatalista” e credere quindi che difficilmente si possa incontrare l’anima gemella tramite un appuntamento al buio appositamente programmato; di solito le conoscenze e gli incontri migliori (e anche più affini alla nostra personalità) avvengono quando meno ce lo aspettiamo e nei luoghi più impensati, quasi che il destino preferisca stupirci mentre siamo occupati a pensare ad altro;
    certamente esistono coppie che si sono conosciute e addirittura sposate tramite incontri di questo tipo, tramite chat line o facebook e similari, ma credo rappresentino davvero una percentuale molto bassa rispetto a chi si affida ancora alla casualità. Per esperienza diretta posso affermare che quando si cerca o si vuole disperatamente qualcosa spesso non la si ottiene, mentre se si lascia fare al destino si possono avere belle sorprese; ciò non vuol dire che si debba vivere nella passività più totale e attendere la manna dal cielo, ma nell’ambito dei sentimenti quasi mai siamo noi a decidere, così come nell’amicizia, dove capita di trovare affinità e compatibilità con persone con le quali non avremmo mai pensato di poter condividere nulla… 🙂

    1. Mi ero “perso” questo commento, che mi aveva inizialmente ispirato un pensiero. Ecco, secondo me lo speed-date, come altri incontri cercati, sono una piccola percentuale nella statistica di quelli riusciti più che altro perché quello che facciamo nella maggior parte del tempo è vivere. Che so, vai in un negozio, e incontri la donna della tua vita, e nei negozi magari ci vai molte più volte di quanto non ti dedichi a un incontro cercato appositamente. E poi potrebbe anche essere che nel vivere di tutti i giorni siamo tranquillamente noi stessi, mentre quando pensiamo di star lì a trovare la nostra anima gemella possiamo essere più impacciati, o prendere comunque le cose troppo sul serio.

      1. Giusto pensiero, caro Gabbiano 😉
        la casualità fa sì che la novità ci arrivi inaspettata e che quindi si viva tutto senza maschere…
        La spontaneità e l’essere sempre e cmq noi stessi, credo che alla fine siano gli atteggiamenti migliori e più propositivi..
        Ciaoooooo 🙂
        P.s.: …e….con il cucito….come va, poi????? 😉

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